| HTML compliant | |


Il Libro d'Oro
di Modena

Esisteva, sotto il nome di Catalogo delle famiglie conservatorie fin dai primordi del secolo XVII. Nel 1746 fu rinnovato a ragione del vistoso numero di famiglie estinte e nel 1765 per lo stesso motivo fu rifatto ancora e prese il nome più onorifico di Libro d'Oro. Nel 1788 Ercole III, mosso dalle doglianze dei Conservatori per le angustie in cui si trovavano all'atto dell'elezione della Reggenza, ossia mute annuali, perché molte cospicue famiglie, o per privilegi impetrati o per motivi di salute soverchiamente avvalorati o per altre colorate ragioni, si sottraevano ai pubblici impieghi, prescrisse nuove norme per la tenuta del Libro d'Oro e per le relative iscrizioni. Sopravvenuta la grande rivoluzione francese e l'invasione degli eserciti della Repubblica nelle nostre province, il Libro d'Oro fu bruciato sulla pubblica piazza il 26 maggio 1797 a conferma della decretata abolizione dei privilegi della nobiltà e di ogni distinzione di classe e ad impedimento del loro eventuale risorgere. Tutto questo però durò poco. Caduto il colosso napoleonico e stabilita a Modena e Reggio la dominazione Austro-Estense, il Duca Francesco IV con suo chirografo 21 marzo 1815 autorizzò la comunità di Modena a riaprire il Libro d'oro per iscrivervi non solo le famiglie dell'antica nobiltà, ma ancora quelle che venissero riconosciute meritevoli di tale onorificenza. Con successivo chirografo poi del 2 gennaio 1816, dettò le regole da seguirsi per le relative iscrizioni e per le variazioni per morte o per indegnità in corsa.
(Questo cenno storico è stato compilato dall'avv. Colombo Quattrofrati
di Modena nel giugno 1902)

Fonte iagiforum.info